A differenza dell’occhio umano che è capace di vedere attraverso i fotorecettori l’intera gamma di colori, quello dei nostri amici cani è in grado di distinguere soltanto una porzione dello spettro visibile e quindi soltanto alcuni colori; pertanto occorrerà da subito sfatare il mito della vista in bianco e nero di questi adorabili animali da compagnia. Di certo non vedranno il mondo così come lo vediamo noi, multicolorato e nitido. Loro possiedono due tipi di fotorecettori, quello per le tinte blu e quello per le tinte gialle, rosse e verdi che, molto probabilmente, vengono viste indistintamente in giallo e gli oggetti in modo più sbiadito.

Ma c’è di più; i cani in un certo senso sono anche tendenzialmente “presbiti”, in quanto vedono relativamente poco bene da vicino e dalla media distanza (ad esempio, ciò che una persona riesce ad osservare ad una distanza di circa 23 metri, un cane lo vede sfocato già a partire dai 6 metri) mentre ben diversa è la loro vista da lontano, decisamente più performante.

Ma non è tutto, i cani hanno gli occhi posizionati in modo da avere un campo visivo a 240 gradi, contro i nostri 180 gradi, con una zona di visione binoculare e due di visione monoculare di 80 gradi ciascuna. La loro visione periferica gli consente pertanto di percepire piccoli movimenti e con grande rapidità. Tuttavia, andrebbe altresì considerato che tali parametri presentano una certa variabilità a seconda della razza canina; ad esempio mentre un pastore tedesco, che ha occhi posti lateralmente, possiede un buon campo visivo a discapito della visione binoculare, un pechinese che ha occhi frontali, possiede invece un’ottima visione binoculare ma un ridotto campo visivo.