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La forma estrema di altruismo capace di indurre l’essere umano a sacrificare la propria vita per il bene di una comunità o di un ideale, non è una sua esclusiva… La storia purtroppo ci ha raccontato, e continua a farlo, di casi di malsano altruismo come quello di esseri umani, fanatici e senza scrupoli, capaci di lasciarsi esplodere nel nome di un Dio da loro considerato “supremo”, frutto di distorte interpretazioni coraniche, seminando ovunque panico e terrore sotto l’acronimo quasi impronunciabile di ISIS, o ancora di soldati giapponesi che nella seconda guerra mondiale per difendere la loro Patria si lanciavano in picchiata sui loro nemici a bordo di aerei carichi di esplosivo, impetuosi come un “vento divino”; così che si facevano chiamare con l’appellativo che noi tutti però conosciamo di “kamikaze”.

Ciò che spinge l’uomo moderno ad un atto così estremo di sacrificare la propria vita a discapito dei suoi simili non ha alcuna giustificazione e non rientra affatto nella sua natura di essere pensante, acculturato, dotato di ragionamento logico e di coscienza morale. Ciò però non va assolutamente confuso con un’altra forma straordinaria di altruismo assolutamente nobile che spinge ad esempio una mamma, in presenza di un pericolo, a mettere a rischio la propria vita, e in alcuni casi addirittura perderla, per salvare quella del proprio figlio.

Anche se non molto diffusi, in natura esistono casi di altruismo estremo che spingono alcune specie animali a sacrificare la propria vita per il bene della comunità ed è proprio quello che accade ad una particolare specie di formica, appartenente all'ordine degli Imenotteri (ordine in cui vi rientrano anche le vespe e le api), che per difendere la sopravvivenza del formicaio si fa letteralmente esplodere come una vera e propria formica kamikaze, termine che in questo caso risuona più leggero. Il suo nome scientifico è Camponotus saundersi, comunemente nota come Formica mietitrice della Malesia, la cui esplosione è dovuta a una repentina contrazione della muscolatura addominale che provoca la rottura delle due grosse sacche piene di veleno corrosivo e viscoso che viene così spruzzato in ogni direzione mettendo in fuga l'intruso a beneficio della colonia. Ma l’aspetto più importante è che, a differenza dell’uomo, tale comportamento si presenta sin dalla nascita e rientra pertanto nel corredo di reazioni istintive.