I pipistrelli per orientarsi emettono dei suoni ad altissima frequenza, non udibili dall’orecchio umano, e ascoltano gli echi che rimbalzano da diversi oggetti riuscendo in questo modo a localizzare, identificare e stimare la distanza rispetto ad essi; in altre parole, ricostruiscono l’ambiente intorno a loro.
Sono soliti emettere anche alcuni versi, da noi potenzialmente udibili, che ricordano il cosiddetto “growl” di alcuni cantanti metal, una sorta di piccolo ruggito a bassissima frequenza. Lo dimostrano alcuni studi condotti su alcune specie di pipistrelli, tra cui il Vespertilio di Daubenton (Myotis daubentonii), grazie ai quali è stato possibile accertare le capacità vocali di questi mammiferi.
Nello specifico è stato possibile analizzare la conformazione della loro laringe e quindi delle corde vocali che risultavano distinte in due tipologie: un paio di corde “vere”, che utilizzano per l’emissione dei suoni ad altissima frequenza, e un paio di “false” corde, disposte superiormente alle prime, che consentono loro di emettere proprio questo "ruggito" a bassa frequenza.
In definitiva, il vespertilio ha dimostrato di avere un'estensione vocale di sette ottave: in media noi esseri umani ci attestiamo sulle tre o quattro, e solo alcuni fenomeni del canto raggiungono le cinque.

Fonte bibliografica: Focus Ambiente