Classificazione scientifica
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Amphibia
Ordine: Urodela (Caudata)
Famiglia: Salamandridae
Genere: Triturus
Specie: Triturus carnifex
Descrizione generale
Triturus carnifex, noto come tritone crestato italiano, è un anfibio urodelo di medie dimensioni diffuso in gran parte dell’Italia settentrionale e centrale. Deve il suo nome alla vistosa cresta dorsale che i maschi sviluppano durante la stagione riproduttiva, caratteristica che lo rende particolarmente appariscente. Si tratta di una specie con un ciclo vitale anfibio, alternando fasi acquatiche e terrestri, e rappresenta un importante indicatore ecologico degli ambienti umidi.
Distribuzione geografica
La specie è endemica dell’Europa centro-meridionale, con un areale che comprende:
Presente in gran parte dell’Italia peninsulare, soprattutto a nord del fiume Tevere, estendendosi fino alle Alpi e prealpi.
È presente anche in Slovenia, Croazia nord-occidentale e Austria sud-orientale.
Assente in Sardegna, Sicilia e in gran parte dell’Italia meridionale.
Popolazioni isolate possono trovarsi in aree collinari e montane, fino a circa 1.200 metri di altitudine.
Habitat
Predilige ambienti umidi come stagni, laghetti, canali, fontanili e pozze permanenti o semi-permanenti per la riproduzione.
Durante la fase terrestre frequenta boschi misti, siepi, prati umidi e zone agricole con vegetazione ripariale.
Richiede microhabitat umidi e riparati per il rifugio, come cumuli di foglie, tronchi in decomposizione e pietre.
È sensibile alla bonifica degli ambienti umidi e all’inquinamento delle acque.
Morfologia
Aspetto generale
Dimensioni: lunghezza totale compresa tra 12 e 18 cm, occasionalmente fino a 20 cm nei maschi più grandi.
Corpo: allungato e robusto, con pelle granulosa.
Colore: sul dorso fondo bruno-olivastro o grigio scuro, talvolta con marezzature nere; ventre arancione brillante con macchie nere irregolari.
Testa: larga, leggermente appiattita, con occhi prominenti e pupilla rotonda.
Arti: ben sviluppati, con dita lunghe e affusolate.
Coda: lunga e compressa lateralmente, con una linea chiara longitudinale.
Dimorfismo sessuale
Durante la stagione riproduttiva il maschio sviluppa:
-
una cresta dorsale alta e ondulata che continua lungo la coda
-
dita delle zampe posteriori più sviluppate e palmate
-
coda ornata da una linea argentata laterale.
La femmina resta priva di cresta e mostra un corpo più tozzo.
Alimentazione
Le larve sono carnivore e si nutrono di piccoli invertebrati acquatici, tra cui larve di insetti, crostacei e vermi.
Gli adulti terrestri predano lombrichi, molluschi, insetti, aracnidi e altri piccoli invertebrati.
Nella fase acquatica gli adulti possono cibarsi anche di uova e larve di anfibi, inclusi conspecifici.
Comportamento alimentare opportunista, soprattutto nella fase terrestre.
Riproduzione e sviluppo
La riproduzione avviene in acqua, di solito tra marzo e maggio, quando i maschi migrano verso i siti riproduttivi e sviluppano i caratteri sessuali secondari.
Corte: il maschio esegue elaborate danze nuziali, ondeggiando la coda e rilasciando feromoni per attrarre la femmina.
Ovaie: la femmina depone fino a 200-400 uova, una alla volta, fissandole alla vegetazione acquatica e ripiegando la foglia per proteggerle.
Larve: emergono dopo 2-3 settimane e presentano branchie esterne piumose.
Metamorfosi: avviene dopo circa 2-4 mesi, con i giovani tritoni che lasciano l’acqua per una vita terrestre.
Etologia
Adulti principalmente notturni e solitari fuori dal periodo riproduttivo.
Durante la stagione secca o fredda si rifugiano in tane, sotto tronchi o pietre, entrando in uno stato di estivazione o ibernazione.
Buoni nuotatori nella fase acquatica, ma relativamente lenti e impacciati a terra.
Difesa: in caso di minaccia, sollevano il corpo mostrando il ventre arancione come segnale aposematico e possono secernere sostanze cutanee tossiche e irritanti.
Ruolo ecologico
Importanti predatori di invertebrati terrestri e acquatici, contribuendo al controllo di popolazioni potenzialmente dannose per l’ecosistema.
Prede di uccelli (aironi, corvi), rettili (bisce d’acqua), mammiferi (ricci, mustelidi) e grossi pesci predatori.
Specie bioindicatrice della qualità degli ambienti umidi e della continuità ecologica.
Stato di conservazione
Triturus carnifex è classificato come “Least Concern” (LC) dalla IUCN, grazie alla sua relativa abbondanza nell’areale italiano.
Minacce principali:
-
bonifica e frammentazione degli ambienti umidi
-
introduzione di pesci predatori e gamberi alloctoni
-
inquinamento chimico e agricolo
-
cambiamenti climatici con periodi di siccità prolungata.
Protetto dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE) e da leggi nazionali e regionali che vietano la cattura e la distruzione dei siti riproduttivi.
Curiosità
Triturus carnifex è capace di rigenerare arti e porzioni della coda se amputati.
I maschi in riproduzione possono mostrare variazioni individuali molto marcate nella forma e nelle ondulazioni della cresta.
È stato oggetto di studi sui feromoni rilasciati durante la corte nuziale e sulla rigenerazione tissutale.
Può vivere oltre 10 anni in natura e fino a 15 anni in cattività.
In alcune zone del Nord Italia viene chiamato localmente “pesciolino” per la fase acquatica del ciclo vitale.
Autore: Roberto Vatore