Rana italica

Classificazione scientifica
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Amphibia
Ordine: Anura
Famiglia: Ranidae
Genere: Rana
Specie: Rana italica


Descrizione generale
Rana italica, comunemente chiamata rana appenninica o rana italica, è un anfibio anuro endemico dell’Italia centrale e meridionale. È una rana di dimensioni medio-piccole, caratterizzata da un aspetto slanciato e un colore marrone uniforme che la distingue da altre rane del genere Rana. Si tratta di una specie strettamente legata agli ambienti umidi e alle acque correnti, con un ciclo vitale fortemente dipendente dalla qualità ambientale dei corsi d’acqua.


Distribuzione geografica
La specie è endemica dell’Italia peninsulare.

È presente principalmente lungo la dorsale appenninica, dalla Liguria orientale e dall’Emilia-Romagna fino alla Calabria settentrionale.

Le popolazioni più consistenti si trovano in Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Molise.

Assente in Sicilia, Sardegna e nelle pianure costiere settentrionali.


Habitat
Predilige corsi d’acqua limpidi e ossigenati, come ruscelli, torrenti e sorgenti situati in boschi collinari e montani.

Può colonizzare anche fossi e canali artificiali, purché mantengano acqua corrente e vegetazione ripariale.

È strettamente legata ad ambienti freschi e umidi e raramente si allontana dall’acqua anche nella fase adulta.

Sensibile all’inquinamento, alla canalizzazione dei corsi d’acqua e alla deforestazione.


Morfologia

Aspetto generale
Dimensioni: lunghezza totale di 5-8 cm nei maschi e fino a 9 cm nelle femmine.

Corpo: esile e allungato, con una pelle liscia e poco verrucosa.

Colore: uniformemente bruno o bruno-grigiastro, con sfumature olivastre; assenza delle tipiche macchie scure presenti in Rana dalmatina e Rana temporaria.

Testa: relativamente stretta con occhi prominenti e pupille orizzontali.

Arti: lunghi e sottili, con dita posteriori provviste di una membrana natatoria ben sviluppata.

Coda: assente negli adulti, come in tutti gli anuri.


Alimentazione
Tadpoli: erbivori e detritivori, si nutrono di alghe, biofilm e materiale organico in decomposizione.

Adulti: carnivori generalisti, si alimentano principalmente di insetti terrestri e acquatici, aracnidi, molluschi e piccoli crostacei.

Cacciano di notte o nelle ore più fresche, adottando un comportamento di attesa per catturare le prede con la lingua adesiva.


Riproduzione e sviluppo
La riproduzione avviene in acqua, generalmente tra febbraio e aprile, in coincidenza con l’innalzamento delle temperature e l’aumento della portata dei corsi d’acqua.

Corte: i maschi emettono un caratteristico richiamo sommesso (diverso dal “gracidio” di altre rane), che può essere udito anche sott’acqua.

Oviposizione: le femmine depongono da 400 a 1.500 uova in masse gelatiginose fissate alla vegetazione sommersa o alle pietre.

Larve: i girini emergono dopo circa 10-20 giorni, sono di colore scuro e rimangono completamente acquatici fino alla metamorfosi.

Metamorfosi: avviene in 2-3 mesi; i giovani appena metamorfosati misurano circa 1 cm e mantengono un comportamento strettamente acquatico.


Etologia
Adulti principalmente crepuscolari e notturni, trascorrono le ore diurne nascosti tra la vegetazione ripariale o sotto pietre e tronchi.

Sono eccellenti nuotatori e saltatori, ma raramente si allontanano più di pochi metri dall’acqua.

In caso di minaccia, si immergono rapidamente per sfuggire ai predatori.

Richiami vocali poco udibili dall’uomo, emessi sott’acqua grazie a sacchi vocali poco sviluppati.


Ruolo ecologico
Predatori chiave di invertebrati acquatici e terrestri, contribuiscono al controllo naturale delle popolazioni di insetti.

Costituiscono una fonte alimentare per uccelli acquatici (es. aironi), serpenti (es. Natrix natrix), mammiferi (es. mustelidi) e pesci predatori.

Indicatori ecologici della qualità delle acque dolci, essendo molto sensibili all’inquinamento chimico e biologico.


Stato di conservazione
La Rana italica è classificata come “Quasi Minacciata” (NT) dalla IUCN.

Principali minacce:

  • Alterazione e distruzione degli habitat fluviali (captazione delle sorgenti, canalizzazioni, costruzione di dighe).

  • Inquinamento delle acque (scarichi agricoli e urbani).

  • Introduzione di specie alloctone (es. trote e gamberi americani) che predano uova e girini.

  • Cambiamenti climatici che riducono la portata e la durata dei corsi d’acqua.

La specie è tutelata da normative europee (Direttiva Habitat) e nazionali.


Curiosità
Rana italica è stata descritta come specie distinta solo nel 1989, dopo essere stata a lungo confusa con Rana dalmatina.

Il suo richiamo è così sommesso che, in molte località, veniva considerata “muta” fino a studi approfonditi con idrofoni.

È una delle poche rane europee che vive tutto l’anno in acqua corrente.

I girini di Rana italica sono caratterizzati da una lunga coda trasparente che facilita la vita nei torrenti veloci.

In condizioni ideali, può vivere fino a 8-10 anni in natura.

 

Autore: Roberto Vatore