Cipresso

Il Cipresso è una conifera molto diffusa nel nostro Paese e la specie che noi tutti conosciamo è il Cupressus sempervirens, anche se ve ne sono altre che appartengono allo stesso genere.

E’  originaria dei paesi mediterranei orientali e si ritiene che sia stata introdotta in Italia dai Fenici.

Pianta esteticamente molto bella da vedere ed essenziale nel suo portamento; infatti può raggiungere altezze di circa 20-30 m, con il tronco dritto e colonnare, rivestito da una corteccia fessurata longitudinalmente e di colore grigio-bruno, che sostiene una chioma sempreverde dalla tipica forma a “fiamma di candela”. Le foglie in realtà sono delle piccole squame, di colore verde scuro, strettamente addossate le une alle altre o divaricate all'apice, mentre i fiori di colore giallo sono poco appariscenti disposti all’apice dei rami a formare delle infiorescenze ad amento solitarie. I frutti, invece, sono delle piccolissime “pigne” ovoidali dette galbuli di 3 cm di diametro e di colore inizialmente verde lucente, per poi diventare bruni con l’età, a seguito di un processo di lignificazione.

Aldilà delle sue caratteristiche morfologiche, che era doveroso riportare per poterla inquadrare meglio, questa specie ha molteplici impieghi, dalla fabbricazione di mobili  all’ebanisteria, all’industria farmaceutica per l’estrazione di olii dalle proprietà balsamiche e ovviamente, non meno importante, la funzione ornamentale. In quest’ultimo caso, il cipresso è stato da sempre un elemento ricorrente nel paesaggio rurale toscano, mentre nelle regioni meridionali lo si trova spesso in corrispondenza delle aree cimiteriali. Vi starete sicuramente chiedendo il perché di quest’ultimo strano abbinamento, anch’esso molto ricorrente.

Ebbene esistono due principali motivazioni, uno di carattere prettamente tecnico e l’altro simbolico. Nel primo caso, le radici del Cipresso hanno uno sviluppo orientato verticalmente in profondità invece che orizzontalmente, come avviene invece nelle querce, evitando così di creare problemi di sollevamento delle tombe.

Ma decisamente più affascinante è la simbologia che si attribuisce a questo albero quale simbolo dell’immortalità come emblema della vita eterna dopo la morte. Infatti, per la sua verticalità assoluta, l’erigersi verso l’alto, il cipresso indica l’anima che si avvia verso il regno celeste.

Nell’antica Grecia era considerato l’albero di Ade, dio dei morti, e il suo cupo fogliame esprimeva malinconia e dolore, al punto tale che i sacerdoti di Ade se ne facevano delle corone e se ne cospargevano le vesti duranti i sacrifici. L’origine mitologica del cipresso è narrata nella leggenda greca di Ciparisso. Apollo, il dio del sole, si era invaghito della bellezza del giovane Ciparisso, che aveva per compagno un cervo addomesticato. Mentre un giorno si esercitava con l’arco, Ciparisso colpì mortalmente il cervo. Tanta era la sua disperazione da implorare a sua volta la morte. Apollo, commosso dal dolore del suo amato, lo trasformò in un albero al quale dette il nome di “cipresso”, e che diventò da allora il simbolo del lutto e dell’accesso all’eternità.