Quercino

Classificazione scientifica

  • Regno: Animalia

  • Phylum: Chordata

  • Classe: Mammalia

  • Ordine: Rodentia

  • Famiglia: Gliridae

  • Genere: Eliomys

  • Specie: Eliomys quercinus (Linnaeus, 1766)


Descrizione generale

Il quercino è un piccolo roditore arboricolo appartenente alla famiglia dei Gliridi. Si distingue per la sua mascherina nera attorno agli occhi, che si estende fino alle orecchie, conferendogli un aspetto caratteristico. Il dorso presenta una colorazione grigio-rossastra, mentre il ventre è bianco. La coda è lunga e pelosa, con la parte terminale nera superiormente e bianca inferiormente .


Distribuzione e Habitat

Distribuzione geografica

Il quercino è diffuso in gran parte dell'Europa, dalla penisola iberica fino all'Ucraina, ma è assente nelle isole britanniche e nella maggior parte dei paesi nordici, ad eccezione della Finlandia. In Italia è presente in tutta la penisola, in Sicilia, Sardegna, sull'isola di Lipari e sull'Asinara .

Habitat preferito

Predilige ambienti boschivi, in particolare boschi di querce, fino a un'altitudine di 2.000 metri. È possibile trovarlo anche in campi cespugliosi, pendii rocciosi soleggiati e, durante i mesi più freddi, in abitazioni rurali o baite .


Caratteristiche morfologiche

Dimensioni

  • Lunghezza corporea: 16–17 cm

  • Lunghezza della coda: fino a 12 cm

Aspetto

  • Corpo: snello e agile

  • Testa: con mascherina nera attorno agli occhi

  • Pelliccia: grigio-rossastra sul dorso, bianca sul ventre

  • Coda: lunga, pelosa, con estremità nera superiormente e bianca inferiormente


Comportamento e abitudini

Attività

Il quercino è un animale notturno e crepuscolare. Durante il giorno si rifugia in cavità degli alberi, anfratti rocciosi o nidi abbandonati di uccelli o scoiattoli. È un abile arrampicatore grazie alle callosità plantari che gli garantiscono una presa sicura .

Letargo

Durante l'autunno, il quercino accumula riserve di grasso e cibo per prepararsi al letargo, che inizia in autunno inoltrato e può durare fino a marzo. Durante questo periodo, può perdere fino al 50% della sua massa corporea .


Alimentazione

Il quercino ha una dieta onnivora. Si nutre di:

  • Invertebrati: insetti (soprattutto lepidotteri), lumache, millepiedi

  • Vertebrati: occasionalmente piccoli uccelli, uova, anfibi, rettili

  • Vegetali: frutti selvatici, bacche, semi

Durante l'estate e l'autunno, la sua dieta si concentra su frutti e semi per accumulare energia in vista del letargo .


Riproduzione e ciclo vitale

Accoppiamento

Il quercino si riproduce due volte l'anno. Il primo periodo di accoppiamento avviene alla fine del letargo, prima dell'estate, mentre il secondo si verifica da metà luglio a metà settembre. La gestazione dura circa 21–23 giorni .

Sviluppo

Alla nascita, i piccoli sono nudi e ciechi. Il periodo di allattamento dura tra i 25 e i 30 giorni, dopo i quali iniziano a nutrirsi autonomamente. Raggiungono la maturità sessuale entro un anno e la loro aspettativa di vita in natura è di circa 3–5 anni .


Ruolo ecologico

Il quercino contribuisce al controllo delle popolazioni di insetti e alla dispersione dei semi, favorendo la rigenerazione forestale. Le sue abitudini alimentari e di nidificazione influenzano la struttura e la dinamica degli ecosistemi boschivi.


Minacce e conservazione

Minacce principali

  • Perdita e frammentazione dell'habitat: dovute a deforestazione e urbanizzazione

  • Uso di pesticidi e insetticidi: che riducono la disponibilità di prede

  • Predazione: da parte di mustelidi, rapaci notturni, gatti domestici

Stato di conservazione

Secondo la Lista Rossa IUCN, il quercino è classificato come "Least Concern" (LC), ma in molte regioni europee si osserva un declino delle popolazioni. In Italia, la specie è ancora relativamente comune, sebbene le popolazioni insulari mostrino segni di rarefazione .


Curiosità

  • Il quercino è noto per la sua mascherina nera attorno agli occhi, che gli conferisce un aspetto distintivo.

  • Durante il letargo, può condividere il rifugio con altri individui per mantenere il calore corporeo.

  • È in grado di adattarsi a diversi ambienti, inclusi quelli modificati dall'uomo, come giardini e abitazioni rurali.

 

Autore: Roberto Vatore