Tassonomia e nomenclatura

Regno: Fungi
Divisione: Basidiomycota
Classe: Agaricomycetes
Ordine: Boletales
Famiglia: Boletaceae
Genere: Boletus
Specie: Boletus pinophilus Pilát & Dermek, 1973

Sinonimi principali:

  • Boletus edulis var. pinicola Vittad. (1835)

  • Boletus edulis subsp. pinophilus (Pilát & Dermek) Lannoy & Estadès

  • Boletus aestivalis var. pinicola (non valido secondo le attuali classificazioni)


Nomi comuni

Italiano: Porcino dei pini, Porcino rosso
Inglese: Pine bolete, Pinewood cep
Francese: Cèpe des pins
Tedesco: Kiefern-Steinpilz


Morfologia macroscopica

Cappello

Diametro tra 8 e 25 cm, talvolta anche oltre. Da giovane emisferico, poi convesso, infine appianato.
Cuticola leggermente vischiosa con umidità, asciutta a tempo secco, di colore bruno-rossastro, spesso vinoso o porpora-mattone. La superficie può apparire finemente vellutata. Non separabile facilmente dalla carne. Margine regolare, non striato.

Tubuli e pori

Tubuli lunghi, stretti, liberi al gambo, inizialmente bianchi poi gialli, infine verdastri con l’età.
I pori sono piccoli, tondeggianti, concolori ai tubuli, non virano al tocco.

Gambo

Alto 8–20 cm, spesso 3–6 cm, tozzo, massiccio, spesso bulboso alla base nei giovani esemplari. Colore bruno-rosato, con un reticolo (maglie) ben evidente nella parte superiore, biancastro o più chiaro del fondo.
Struttura solida, pieno.

Carne

Bianca, soda, compatta, non cambia colore al taglio.
Odore gradevole, fungino-nocinoso.
Sapore dolce e delicato, tipico dei porcini. Nelle fasi giovanili può emanare un leggero profumo di sottobosco o resina.


Morfologia microscopica

  • Spore: fusiformi o ellissoidali, lisce, bruno-olivastre in massa, 12–18 × 4–6 µm

  • Basidi: tetrasporici, clavati

  • Cistidi: pleurocistidi fusiformi, cheilocistidi poco differenziati

  • Trama: bilaterale nei tubuli (Boletus-type)

  • Pileipellis: a struttura trichodermica o subcutis gelatinosa negli esemplari giovani


Habitat ed ecologia

Micorrizico. Predilige boschi montani o submontani di conifere, soprattutto pini silvestri (Pinus sylvestris), Pinus nigra, e occasionalmente in boschi misti con abete rosso (Picea abies) o faggio.
Ama suoli silicei e acidi, ben drenati.
Fruttifica da fine primavera (maggio-giugno) fino all’autunno inoltrato (ottobre), soprattutto in annate umide.
Specie prevalentemente montana, ma localmente si trova anche a quote collinari.

Distribuito in Europa centro-meridionale (soprattutto area alpina e appenninica), ma presente anche in Asia e Nord Africa. In Italia è comune nelle aree forestali ben conservate.


Commestibilità e tossicità

Ottimo commestibile, tra i porcini più apprezzati per qualità gastronomiche.
Si consuma cotto, essiccato, sott’olio o surgelato. La carne mantiene consistenza anche in cottura.
Non presenta tossicità note, se ben conservato e correttamente identificato.

Attenzione: come per tutti i funghi, evitare il consumo crudo per potenziali rischi gastrointestinali, specie in individui sensibili.


Specie simili

  • Boletus edulis: più chiaro, cappello bruno-castano uniforme, meno vinoso. Habitat più vario (latifoglie e conifere).

  • Boletus aereus: cappello molto scuro (quasi nero), carne più compatta. Cresce in boschi caldi di latifoglie.

  • Boletus reticulatus (= aestivalis): cresce d’estate in boschi di latifoglie, cappello chiaro e screpolato a tempo secco.

  • Caloboletus radicans: non commestibile, amarezza marcata, pori che virano al blu.


Aspetti chimici e biochimici

Contiene polisaccaridi, β-glucani e composti fenolici con potenziale attività antiossidante.
Privo di tossine significative.
Contenuto proteico moderato, basso contenuto lipidico.
Le analisi hanno individuato presenza di ergosterolo (precursore della vitamina D), e minerali come potassio, ferro, fosforo.

Reazioni chimiche:

  • Con solfato ferroso: colorazione grigio-verdastra

  • Nessuna reazione significativa con fenolo o ammoniaca


Valore ecologico e interazioni

Importante simbionte micorrizico dei pini, migliora l’assorbimento di nutrienti da parte della pianta ospite, in particolare in suoli poveri.
Contribuisce alla salute delle foreste conifere, arricchisce la microfauna del suolo e la biodiversità.

Fruttificazioni abbondanti possono attirare insetti micofagi, coleotteri, ditteri, nonché piccoli mammiferi come roditori e arvicole che ne consumano le parti fertili.


Curiosità e note storiche

Il nome pinophilus significa “amante dei pini” (dal latino pinus = pino, philos = amante).
Per lungo tempo considerato solo una varietà del Boletus edulis, ha ottenuto riconoscimento come specie autonoma per caratteristiche morfologiche, ecologiche e molecolari.
Ricercatissimo dai raccoglitori esperti per la sua consistenza e sapore delicato. Tradizionalmente molto apprezzato nella cucina alpina e dell’Appennino.

Nelle culture locali, è noto come “porcino rosso” o “porcino dei pini”, spesso confuso con il più generico “Boletus edulis” nel linguaggio comune.


Conservazione e status

Non considerato minacciato.
Tuttavia, in alcune regioni soggetto a raccolta intensiva e a depauperamento degli habitat.
Specie indicatrice di boschi maturi e ambienti forestali ben strutturati.
Tutela consigliata mediante raccolta sostenibile e rispetto degli habitat micorrizici.

 

Autore: Roberto Vatore