Tassonomia e nomenclatura
Regno: Fungi
Divisione: Basidiomycota
Classe: Agaricomycetes
Ordine: Boletales
Famiglia: Boletaceae
Genere: Boletus
Specie: Boletus aereus Bull., 1789
Sinonimi principali
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Tubiporus aereus (Bull.) Paulet (1793)
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Dictyopus aereus (Bull.) Quél. (1886)
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Boletus edulis var. aereus (Bull.) Bon (1985)
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Boletus aereus var. luridus Alessio (1985)
Nomi comuni
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Italiano: Porcino nero, Porcino bronzino, Bronzino
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Inglese: Bronze bolete
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Francese: Cèpe bronzé, Tête de nègre
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Tedesco: Bronze-Röhrling
Morfologia macroscopica
Cappello
Diametro tra 6 e 20 cm, talvolta fino a 25 cm. Da giovane è emisferico, poi convesso e infine quasi appianato.
La cuticola è asciutta o leggermente vellutata, mai viscida, di colore bruno molto scuro, talvolta quasi nero, con sfumature bronzee. In condizioni di siccità può screpolarsi.
La superficie non presenta residui di velo, a differenza di molte Amanita.
Tubuli e pori
I tubuli sono lunghi, facilmente separabili dalla carne, inizialmente bianchi, poi gialli e infine giallo-verdastri con la maturità.
I pori sono piccoli, rotondi, con colorazione gialla, che con l’età vira al verdastro. Non blu-nerisce alla manipolazione (o appena percettibilmente).
Gambo
Alto 5–15 cm, spesso 2–6 cm, tozzo, robusto, clavato o panciuto.
Colore bruno-rossastro o marrone chiaro, con fine reticolo evidente nella parte superiore, più chiaro del fondo del gambo.
Non presenta anello né residui velari.
Carne
Compatta e soda nei giovani esemplari, diventa più spugnosa con l’età. Colore bianco immutabile alla sezione o lievemente rosato in prossimità dei pori nei vecchi esemplari.
Odore gradevolmente fungino e sapore dolce e nocciolato.
Morfologia microscopica
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Spore: Fusiformi-ellissoidali, lisce, non amiloidi, dimensioni 11–15 × 4–6 µm
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Basidi: Tetrasporici, claviformi
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Cistidi: Presenti sia sui pori che sui tubuli, fusiformi
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Trama imenoforale: Di tipo boletoide, con ife intrecciate
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Pileipellis: Di tipo trichoderma, con cellule terminali pigmentate, brune
Habitat ed ecologia
Fungo micorrizico. Cresce in boschi di latifoglie termofile, in particolare querce, castagni e più raramente faggi. Predilige suoli silicei, ben drenati e con un buon tenore di humus.
Fruttifica principalmente da fine estate a inizio autunno (luglio–ottobre), ma in zone con microclimi favorevoli può comparire già da giugno.
Distribuito in gran parte del bacino del Mediterraneo, soprattutto nell’Italia centro-meridionale, Corsica, Francia meridionale, Spagna, Portogallo, Grecia e Nord Africa. Meno comune nelle aree montane e assente in climi freddi.
Commestibilità e tossicità
Commestibile eccellente, molto apprezzato per consistenza, sapore e resa in cucina.
Non presenta composti tossici noti. Può essere consumato anche crudo in piccole quantità (ad esempio in carpacci), anche se la cottura è preferibile per motivi digestivi.
Come per tutti i boleti, è consigliabile la cottura prolungata per facilitarne la digestione.
Avvertenza
Come tutti i porcini, può accumulare metalli pesanti in ambienti contaminati. Evitare la raccolta lungo strade o aree industriali.
Specie simili
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Boletus edulis: Cuticola più chiara, cappello color nocciola o marrone chiaro, gambo più allungato con reticolo più marcato.
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Boletus pinophilus: Cresce sotto conifere (pini), cappello più rossastro, carne immutabile.
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Tylopilus felleus: Non commestibile, sapore amaro, pori rosati con età, carne bianca.
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Boletus reticulatus: Molto simile, ma cuticola più screpolata e colore più chiaro.
Aspetti chimici e biochimici
Contiene polifenoli, acidi organici e steroli (es. ergosterolo).
Alcuni composti aromatici responsabili del profumo fungino (alcoli volatili e aldeidi) sono termolabili.
Non presenta viraggi cromatici con reagenti comuni (fenolo, idrossido di potassio, ammoniaca).
Reazione negativa all’amiloide e alle colorazioni iodate (come il Melzer).
Valore ecologico e interazioni
Fungo simbionte di grande valore per la salute delle foreste mediterranee.
Forma associazioni micorriziche che migliorano l’assorbimento idrico e minerale delle piante ospiti (soprattutto querce e castagni).
Costituisce una fonte alimentare per micofagi (insetti, lumache, roditori) e contribuisce alla biodiversità del suolo forestale.
Può essere utilizzato come indicatore di boschi maturi e ben conservati.
Curiosità e note storiche
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Il nome “aereus” si riferisce al colore bruno-bronzo del cappello.
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È uno dei porcini più ricercati dai raccoglitori, spesso considerato il più saporito tra i boleti del gruppo edulis.
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Meno abbondante rispetto ad altre specie di porcino, viene venduto a prezzi elevati sul mercato fresco.
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Descritto per la prima volta da Jean Baptiste François Pierre Bulliard nel 1789.
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In passato veniva chiamato “tête de nègre” per il colore scuro, oggi nome evitato per ovvie ragioni etiche.
Conservazione e status
Non è attualmente considerato minacciato, ma è oggetto di raccolta intensiva in molte regioni. In alcune aree è diventato raro a causa della pressione antropica e della distruzione dell’habitat.
Protetto in alcune zone con regolamenti di raccolta (es. limiti giornalieri o taglia minima).
La sua presenza è indice di boschi maturi e poco disturbati.
Autore: Roberto Vatore