Amanita cesarea

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tassonomia e nomenclatura

 

Regno: Fungi
Divisione: Basidiomycota
Classe: Agaricomycetes
Ordine: Agaricales
Famiglia: Amanitaceae
Genere: Amanita
Specie: Amanita caesarea (Scop.) Pers., 1801

 

Sinonimi principali

 

  • Agaricus caesareus Scop., 1772

  • Amanita aurantiaca Secr. ex Gillet

  • Amanita umbonata Beeli

  • Amanitaria caesarea (Scop.) Pouzar

 


 

Nomi comuni

 

  • Italiano: Ovolo buono, Ovolo reale, Fungo degli imperatori

  • Inglese: Caesar's mushroom

  • Francese: Amanite des Césars

  • Tedesco: Kaiserling

 


 

Morfologia macroscopica

 

Cappello

 

Diametro di 8–20 cm, fino a 25 cm nei soggetti maturi. Di forma inizialmente emisferica, poi convessa e infine appianata. La cuticola è liscia, brillante, di un arancio vivo o arancio-rossastro, priva di verruche (cadute per distacco del velo generale). Margine regolare, spesso striato per trasparenza delle lamelle sottostanti nei soggetti adulti. Non cambia colore al tocco.

 

Lamelle

 

Libere, fitte, di colore giallo intenso, oro, con filo intero. Non arrossano né si macchiano al tocco o con l’età.

 

Gambo

 

Alto 8–15 cm, spesso 1.5–3 cm, cilindrico o leggermente ingrossato alla base. Di colore giallo brillante come le lamelle, liscio. Presente un anello membranoso, giallo, ampio, fioccoso e persistente. La base del gambo è contenuta in una volva ampia, biancastra, membranosa, persistente, che ricopre il giovane fungo a forma di “uovo”.

 

Carne

 

Soda, di colore giallo, anche all’interno del cappello e del gambo. Odore gradevole, tenue, di fungo fresco; sapore dolce e delicato.

 


 

Morfologia microscopica

 

  • Spore: ellissoidali, lisce, inamiloidi, 9–11 × 6–8 µm

  • Basidi: tetrasporici, claviformi

  • Cheilocistidi: assenti o indistinti

  • Trama lamellare: subregolare

  • Pileipellis: formata da un cutis gelatinosa con ife cilindriche intrecciate

  • Volva: composta da cellule sferoidali e ife ramificate, con struttura subgelatinosa

 


 

Habitat ed ecologia

 

Specie micorrizica. Cresce in boschi termofili di latifoglie, in particolare con querce (Quercus spp.), castagni (Castanea sativa) e faggi (Fagus sylvatica), meno comune sotto conifere. Predilige suoli acidi o subacidi, ben drenati, spesso in ambienti caldi e asciutti.

 

Fruttifica da fine estate ad autunno (luglio-ottobre), specialmente in annate calde. Diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, più rara o assente in regioni atlantiche o continentali. Presente nel Sud Europa, Nord Africa, Asia Minore.

 


 

Commestibilità e tossicità

 

Commestibile eccellente, considerata da molti la miglior specie commestibile del genere. Utilizzabile sia cruda che cotta, purché raccolta con certezza.

 

Avvertenze

 

  • Elevato rischio di confusione con specie tossiche e mortali, come Amanita muscaria o Amanita phalloides in fase giovanile.

  • Mai raccogliere esemplari non completamente sviluppati (ancora chiusi nella volva), in quanto sono indistinguibili da giovani Amanite velenose.

 


 

Specie simili

 

  • Amanita muscaria: velenosa, cappello rosso con verruche bianche, lamelle e gambo bianchi.

  • Amanita phalloides: mortale, in fase giovanile è indistinguibile da A. caesarea, soprattutto quando ancora chiusa nella volva.

  • Amanita crocea: commestibile, ma più slanciata, con colorazioni più tenui e volva fragile.

 


 

Aspetti chimici e biochimici

 

Non contiene tossine note in concentrazioni rilevanti. Composta principalmente da:

 

  • Proteine e polisaccaridi, tra cui chitina

  • Composti aromatici volatili che conferiscono il profumo caratteristico

  • Pigmenti carotenoidi (responsabili della colorazione arancio)

 

Non presenta reazioni chimiche caratteristiche con i principali reattivi (KOH, FeSO₄, fenolo, ecc.).

 


 

Valore ecologico e interazioni

 

Importante simbionte ectomicorrizico di latifoglie mediterranee. Favorisce l’assorbimento di nutrienti nel suolo, migliora la salute degli alberi ospiti e arricchisce la biodiversità del micobiota forestale. Può essere consumata da molluschi, coleotteri micofagi e piccoli roditori.

 


 

Curiosità e note storiche

 

  • Il nome "cesarea" deriva dal latino Caesar, in quanto questo fungo era molto apprezzato dagli antichi Romani, tanto da essere riservato agli imperatori.

  • Citata da Plinio il Vecchio nel “Naturalis Historia” come Boletus per antonomasia.

  • Nei tempi moderni è molto ricercata, soprattutto in Italia centro-meridionale e in alcune zone della Spagna.

  • È tra le pochissime Amanite universalmente riconosciute come sicure e prelibate, ma solo se ben identificate.

 


 

Conservazione e status

 

Specie non minacciata, ma localmente soggetta a pressione di raccolta eccessiva. In alcune regioni è protetta o soggetta a limitazioni di raccolta, come in Francia o Slovenia. È considerata indicatore di habitat forestali ben conservati e con buona presenza di latifoglie mature.

 

Autore: Roberto Vatore