Tassonomia e nomenclatura
Regno: Fungi
Divisione: Basidiomycota
Classe: Agaricomycetes
Ordine: Cantharellales
Famiglia: Cantharellaceae
Genere: Cantharellus
Specie: Cantharellus cinnabarinus (Schwein.) Schwein., 1832
Sinonimi principali:
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Merulius cinnabarinus Schwein. (1822)
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Cantharellus cinnabarinus var. minor Peck (1904)
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Cantharellus texensis Heinem. (1974) (a volte considerata specie a sé, ma sinonimo secondo alcuni autori)
Nomi comuni
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Italiano: Cantarello cinabro, Gallinaccio rosso
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Inglese: Cinnabar Chanterelle
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Francese: Chanterelle cinabre
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Tedesco: Zinnoberroter Pfifferling
Morfologia macroscopica
Cappello
Diametro compreso tra 2 e 7 cm, occasionalmente fino a 10 cm. Inizialmente convesso, poi disteso, spesso con depressione centrale. Superficie asciutta, vellutata o finemente squamosa. Colore distintivo: rosso vivo o rosso cinabro, più intenso nei giovani esemplari. Margine ondulato, irregolare, a volte lobato.
Pliche (false lamelle)
Decorrenti lungo il gambo, ramificate, ben marcate ma non vere lamelle. Colore simile al cappello o leggermente più pallido. Non arrossano al tocco.
Gambo
Lungo 2–6 cm, spesso 0,5–1,5 cm, cilindrico o leggermente attenuato alla base. Stesso colore del cappello o leggermente più chiaro. Superficie asciutta, talvolta striata. Carne compatta ma fragile nei vecchi esemplari.
Carne
Colore arancio-rosato o giallo pallido all’interno. Odore fruttato, simile ad albicocca, ma meno intenso rispetto ad altri Cantharellus. Sapore mite, gradevole.
Morfologia microscopica
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Spore: Ellissoidali a cilindriche, lisce, inamiloidi, 7–10 × 4–6 µm
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Basidi: Tetrasporici
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Cistidi: Assenti
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Trama: Non stratificata, costituita da ife interconnesse senza clamp connections (giunzioni a fibbia), a differenza di alcune specie simili.
Habitat ed ecologia
Specie micorrizica, associata principalmente a querce, ma anche a faggi, castagni e altri latifoglie. Predilige suoli acidi e sabbiosi, ben drenati. Cresce solitaria o in gruppi sparsi, soprattutto nei boschi decidui. Fruttifica da luglio a ottobre, in climi temperati e umidi.
Distribuita nell’America settentrionale orientale (principalmente Stati Uniti, ma anche Canada), è assente in Europa (spesso confusa con altri Cantharellus europei dai colori simili).
Commestibilità e tossicità
Commestibile, di buona qualità ma meno apprezzata rispetto ad altre specie del genere (C. cibarius, C. lateritius). Va consumato cotto, anche se non contiene tossine note da crudo.
Avvertenze:
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Raccogliere solo esemplari ben sviluppati per evitare confusione con specie tossiche.
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Non raccogliere da ambienti contaminati (bordo strada, discariche, ecc.).
Specie simili
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Cantharellus cinnamomeus: colore più arancio-giallastro, non rosso intenso.
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Hygrocybe spp.: alcune specie rosse possono somigliare superficialmente, ma hanno vere lamelle e non pliche.
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Omphalotus illudens: tossico, con vere lamelle e crescita cespitosa, emette bioluminescenza.
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Russula spp.: alcune rosse, ma con lamelle fragili, non decorrenti.
Aspetti chimici e biochimici
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Contiene pigmenti carotenoidi e betalaine-like responsabili della colorazione intensa.
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Reazioni chimiche non significative ai comuni reagenti micologici (KOH, Melzer, FeSO₄).
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Odore attribuito a composti volatili terpenoidi simili a quelli dell’albicocca (es. β-ionone).
Valore ecologico e interazioni
Svolge un ruolo fondamentale nella micorriza con le querce e altre latifoglie, contribuendo al riciclo dei nutrienti e alla salute forestale.
È consumato da insetti micofagi, chiocciole, scoiattoli e altri piccoli mammiferi.
Indice di buona salute del suolo in boschi maturi e non disturbati.
Curiosità e note storiche
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Il nome “cinnabarinus” fa riferimento al colore rosso brillante del pigmento cinabro.
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Descritto da Lewis David von Schweinitz, uno dei padri della micologia nordamericana.
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Spesso trascurato dai raccoglitori per le sue dimensioni contenute e la somiglianza con altre specie non commestibili.
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In alcune aree degli Stati Uniti è utilizzato in cucina come colorante naturale o guarnizione.
Conservazione e status
Non considerato minacciato, ma in alcune aree può risentire della perdita di habitat forestale e dei cambiamenti climatici.
È utile come indicatore ecologico di foreste decidue ben conservate e di micobiote sane.
Raccomandata la raccolta responsabile per evitare impoverimento locale delle popolazioni.
Autore: Roberto Vatore