Amanita rubescens

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tassonomia e nomenclatura

  • Regno: Fungi

  • Divisione: Basidiomycota

  • Classe: Agaricomycetes

  • Ordine: Agaricales

  • Famiglia: Amanitaceae

  • Genere: Amanita

  • Specie: Amanita rubescens (Pers.) Gray, 1821

Sinonimi principali:

  • Agaricus rubescens Pers. (1797)

  • Amanita rubescens var. annulosulphurea Bas (1969)

  • Amanita rubescens var. alba Neville & Poumarat


Nomi comuni

  • Italiano: Tignosa vinata, Ovolo malvagio, Amanita arrossante

  • Inglese: The Blusher

  • Francese: Amanite rougissante

  • Tedesco: Perlpilz


Morfologia macroscopica

Cappello
Diametro tra 5 e 15 cm, talvolta fino a 20 cm. Da giovane emisferico, diventa convesso e infine appianato. La cuticola è liscia, vischiosa con umidità, di colore variabile dal bruno-rossastro all’ocra, ricoperta da verruche o fiocchi bianchi/grigiastri (residui del velo generale). Arrossa alla manipolazione o con l’età.

Lamelle
Fitte, libere o leggermente adnate, inizialmente bianche poi crema, anch’esse arrossano se danneggiate.

Gambo
Alto 6–20 cm, spesso 1–3 cm, cilindrico con base bulbosa. Biancastro con toni rosati al tocco. L’anello è pendulo, biancastro-giallognolo. Il bulbo è arrotondato e delimitato, ma non marginato in modo evidente.

Carne
Bianca, vira lentamente al rosa-rossastro. Odore fungino gradevole, sapore dolce.


Morfologia microscopica

Spore ellissoidali, lisce, inamiloidi, 7.5–10 × 5.5–7 µm. Basidi tetrasporici. Cheilocistidi assenti o poco differenziati. Trama lamellare di tipo subregolare.


Habitat ed ecologia

Micorrizico. Cresce in boschi di latifoglie e conifere (faggi, querce, castagni, abeti, pini). Predilige suoli acidi, ma si adatta a diversi substrati. Fruttifica da maggio a novembre. Presente in gran parte dell’Europa, Nord Africa, Asia occidentale; segnalata anche in Nord America.


Commestibilità e tossicità

Commestibile con cautela, solo dopo cottura prolungata. Da cruda è tossica per la presenza di emolisine termolabili.

Sintomi da consumo crudo/mal cotto: nausea, vomito, diarrea, disturbi gastrointestinali.

Avvertenza: cuocere bene (almeno 15–20 minuti) ed eliminare l’acqua di cottura.

Specie simili:

  • Amanita pantherina: velenosa, non arrossa, cappello più scuro con verruche bianche.

  • Amanita muscaria: facilmente distinguibile ma talvolta scambiata da inesperti.

  • Amanita spissa (= excelsa): simile, ma non arrossa e ha odore rafanoide.


Aspetti chimici e biochimici

Contiene emolisine termolabili e proteine tossiche non del tutto identificate. Reazione negativa alla fenolftaleina. Il ferro solfato produce una colorazione verdastra.


Valore ecologico e interazioni

Svolge un importante ruolo nei boschi come simbionte micorrizico, migliorando la salute delle piante. Contribuisce alla biodiversità del suolo. Consumata da insetti micofagi, molluschi e piccoli mammiferi.


Curiosità e note storiche

Il nome “rubescens” si riferisce all’arrossamento della carne. Nota ai micologi sin dal XVIII secolo, è una delle Amanita più studiate. Diffusamente consumata in passato, ma anche temuta per la somiglianza con specie tossiche.


Conservazione e status

Non minacciata. In alcune aree soggetta a raccolta intensiva. È considerata indicatore di ecosistemi forestali ben conservati.

 

Autore: Roberto Vatore